La Procura della Repubblica di Palermo ha chiesto il rinvio a giudizio per due medici della Casa di Cure Orestano di Palermo. I dottori -secondo l’accusa- avrebbero cagionato la morte di Ignazia Mantegna avvenuta nel giugno del 2016 dopo un’operazione di artoprotesi all’anca.
Durante intervento, la signora Mantegna sarebbe deceduta per -si legge dalle perizie medico legali- “shock ipovolemico secondario a versamento di sangue nella cavità peritoneale e retroperitoneale conseguente a perforazione vasale in seguito all’applicazione di artroprotesi”.
Durante le indagini preliminari è stata disposta l’autopsia, che avrebbe confermato una gravissima perdita ematica, provocata dall’infissione della vite transacetabolare antero-superiore, che sarebbe inesorabilmente progredita, sino a causare il decesso della donna.
I consulenti medico legali nominati dalla Procura, hanno ritenuto sussistenti profili di responsabilità in capo ai due chirurghi, che anziché prevenire la complicanza vascolare, inserirono -sempre secondo l’accusa- la vite in un quadrante a rischio di emorragia.
All’udienza celebratasi giovedì scorso dinanzi il Gup di Palermo, i figli ed il marito della signora Mantegna si sono costituiti parte civile, difesi dall’avvocato Francesco Paolo Sanfilippo.
I medici invece, sono difesi dagli avvocati Alessandro Martorana e Giuseppe Marcellino. Il processo, rinviato per lo scioglimento di alcuni questioni preliminari, continuerà il prossimo ottobre
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