La prima sezione della Corte d’assise d’appello di Palermo ha confermato la condanna a sette anni inflitta a un uomo che a Terrasini teneva segregata la propria compagna disabile, facendola prostituire con gli uomini del luogo e di altri due paesi vicini, Partinico e Cinisi.
In primo grado la procura aveva contestato anche la riduzione in schiavitù, chiedendo 18 anni: la contestazione era però caduta e non c'era stato appello su questo. La condanna era stata emessa per sequestro di persona, maltrattamenti aggravati e induzione alla prostituzione.
Nel giudizio in assise erano sfilati numerosi testimoni che avevano detto di non ricordare bene l’accaduto o avevano del tutto negato di avere avuto rapporti sessuali con la giovane donna, che aveva 25 anni all’epoca dei fatti, risalenti al 2014, e ora ne ha 31. L’uomo è libero, per decisione del tribunale del Riesame, che aveva giudicato anch’esso insussistenti gli indizi del sequestro: l’uomo ha solo l’obbligo di dimora a Terrasini.
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