Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Tentata estorsione a un cantiere edile, 8 anni al cugino del boss Graviano

Otto anni ad Antonino Graviano, figlio di un cugino dei boss stragisti di Brancaccio. La condanna del gup del tribunale di Palermo Fabio Pilato è scattata per l'accusa di tentata estorsione e detenzione di arma clandestina. Graviano era stato arrestato in flagranza negli ultimi giorni di maggio, dopo essersi presentato in un cantiere edile a chiedere il pizzo, facendosi forte del proprio cognome.

L’operazione era stata condotta dai carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Palermo, dopo che l’imputato aveva iniziato a taglieggiare il titolare del cantiere, dove andava in bicicletta a sollecitare il classico «contributo» per i detenuti. La denuncia aveva consentito di individuare facilmente l’uomo, che ha 40 anni, grazie alle telecamere piazzate dagli investigatori, che avevano ripreso pure il momento in cui gli operai si erano allontanati per paura. Dopo l’arresto fu eseguita una perquisizione e a casa del cugino dei capimafia fu trovata e sequestrata una pistola Smith & Wesson 357 Magnum con matricola abrasa.

Graviano ha precedenti per ricettazione, rapina e furto: il padre Francesco è figlio di un fratello di Michele Graviano, ucciso nel 1982, padre di Giuseppe e Filippo, condannati all’ergastolo fra l’altro per le stragi del '92-'93 e per l’omicidio di don Pino Puglisi, oltre che di Benedetto e Nunzia Graviano, entrambi condannati per mafia. L’estortore avrebbe rivendicato subito la propria «appartenenza» al territorio, dicendo all’imprenditore preso di mira: «Sono di Brancaccio e pure quelli che sono dentro devono mangiare».

Caricamento commenti

Commenta la notizia