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Mafia, revocati i domiciliari per il boss Bonura: aveva lasciato il carcere per motivi di salute

Francesco Bonura

Il magistrato di Sorveglianza di Milano ha revocato la detenzione domiciliare per Francesco Bonura, imprenditore palermitano condannato per mafia, in applicazione del decreto antimafia approvato in Consiglio dei ministri lo scorso 9 maggio. L’iniziativa è stata intrapresa dal Dipartimento amministrazione penitenziaria del ministero della Giustizia.

La decisione è stata determinata dall’istanza del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria dopo il decreto del 10 maggio che ha attribuito al Dap il potere di iniziativa nell’indicare ai magistrati di sorveglianza soluzioni sanitarie idonee per consentire il rientro dei boss scarcerati per motivi di salute negli istituti di pena.  Bonura, condannato a 20 di carcere per mafia e fedelissimo di Bernardo Provenzano, era ai primi posti dell’elenco predisposto la scorsa settimana dal vice capo del Dap Roberto Tartaglia.

Bonura, detenuto al carcere Milano Opera, aveva quindi avuto il via a tornare a Palermo. Il vecchio boss (78 anni, condannato a 18 anni e 8 mesi nel 2006) ha un cancro in fase avanzata e, come aveva scritto il magistrato di sorveglianza del capoluogo lombardo, che aveva accolto l'istanza presentata dagli avvocati di Bonura, in carcere sarebbe a rischio, «tenuto conto dell'emergenza sanitaria e del correlato rischio di contagio, indubbiamente più elevato in un ambiente ad alta densità di popolazione come il carcere».

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