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La truffa sui fondi per l'agricoltura in Sicilia ideata da due fratelli: sequestrate 14 imprese

Una delle aziende sequestrate dalla guardia di finanza

Quattordici imprese sequestrate, 3 delle quali con sede all’estero (Ungheria, Austria e Romania), per un valore di circa 24 milioni di euro, ma anche il sequestro di disponibilità finanziarie, beni mobili e immobili per oltre 12,5 milioni di euro, che corrispondono ai contributi pubblici indebitamente percepiti: sono alcuni dei provvedimenti nell'ambito dell'inchiesta su corruzione e truffa nel mondo dell'agricoltura in Sicilia che oggi ha portato a 24 misure cautelari in un'operazione della guardia di finanza.

Al centro dell'inchiesta i finanziamenti relativi alle misure 121 e 123 del PSR Sicilia 2007/2013 per un valore di circa 10 milioni di euro percepiti nel periodo 2012-2018 da due società riconducibili ai fratelli Giovanni Salvatore e Francesco Di Liberto di Belmonte Mezzagno, in provincia di Palermo.

I contributi in questione sarebbero quelli percepiti dalla Di Liberto S.r.l., per quasi 6 milioni di euro, per l’ammodernamento dell’azienda agricola e per la realizzazione di un mattatoio a Ciminna, in provincia di Palermo, e quelli di cui beneficiò la Lpb Soc. Coop, per oltre 4 milioni, per la realizzazione di un complesso agro-industriale a Monreale.

Le indagini, svolte anche con l’ausilio di intercettazioni telefoniche e servizi di appostamento e pedinamento, nonché sfruttando i canali della cooperazione internazionale di polizia, hanno consentito di accertare l’esistenza di una spregiudicata organizzazione, ideata, promossa e diretta dai fratelli Di Liberto, per ottenere in modo illecito rilevanti finanziamenti pubblici concessi dalla Regione. A supportarli alcuni professionisti e la compiacenza di Filippo Cangialosi, funzionario istruttore all'Ipa di Palermo.

La truffa avrebbe permesso ai fratelli Di Liberto di incassare indebitamente, oltre ai finanziamenti delle due misure,  anche la prima tranche di una terza domanda di finanziamento di circa 2,5 milioni di euro.

Secondo gli investigatori avrebbero utilizzato false fatture, documentando costi superiori a quelli effettivamente sostenuti, arrivando anche a falsificare certificati dell’Asp di Palermo.

Quattordici complessivamente le imprese sottoposte a sequestro. Sono la Di Liberto Srl a Belmonte Mezzagno, la Lpb coop di Marsala, la Sud Allevamenti di Belmonte Mezzagno, la Zoop Coop a Mezzojuso, la Margia a Ciminna, la T.Market a Bolognetta, la Società Agricola Mediterranea Allevamenti a Belmonte, la R.Trasporti a Belmonte Mezzagno, la Generale Tec sempre a Belmonte Mezzagno, così come la Agrigroup. Coinvolte anche aziende con sede fuori dall'Italia come la Meatech, in Austria e in Ungheria, e la C.Dil.Ro in Romania.

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