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Mafia a Palermo, blitz contro la famiglia dell'Arenella: arrestati i 3 fratelli Scotto e altre 5 persone

Blitz contro la mafia a Palermo. Con una operazione della Dia sono stati arrestati otto presunti affiliati alla famiglia mafiosa dell'Arenella, una delle più rappresentative del mandamento di Palermo-Resuttana, guidato dai fratelli Madonia. Tra loro anche Gaetano Scotto, tornato al vertice del clan dopo la scarcerazione. Attorno alla sua figura ruota tutta l'inchiesta che con l'operazione definita "White Shark" ha portato in carcere anche i due fratelli Pietro e Francesco Paolo.

Gaetano Scotto è una delle dieci persone accusate ingiustamente della strage di via D'Amelio e adesso parte civile nel processo sul depistaggio che è in corso a Caltanissetta. Ma è indagato anche per l'omicidio dell'agente di polizia Nino Agostino e della moglie Ida insieme al boss Nino Madonia. Nei giorni scorsi il procuratore generale Roberto Scarpinato, ha inviato un avviso di chiusura indagine, che prelude a una richiesta di rinvio a giudizio. Agostino e la moglie furono assassinati davanti alla loro casa di villeggiatura a Villagrazia di Carini la sera del 5 agosto 1989. In questi 31 anni l'inchiesta si è dovuta confrontare con molte ombre e con tentativi di depistaggio contro i quali si è battuto il padre di Nino, Vincenzo Agostino.

Scotto ha sempre negato di appartenere alla mafia e di essere coinvolto nell'omicidio di Villagrazia di Carini.

Anche Pietro Scotto, tecnico di una società di telefonia, è stato coinvolto nell'inchiesta sull'uccisione di Paolo Borsellino. Era stato accusato di aver captato la chiamata con cui il magistrato comunicava alla madre che stava per andare a farle visita nella sua abitazione di via D'Amelio. Pietro Scotto, condannato in primo grado, era stato poi assolto in appello.

LE INDAGINI. Gli inquirenti avevano subito constatato che Gaetano Scotto, subito dopo l’uscita dal carcere il 21 gennaio 2016, avesse ripreso la guida della famiglia mafiosa dell’Arenella. Le intercettazioni, infatti, hanno consentito di ricostruire la rete di relazioni che aveva allestito e le dinamiche interne al clan. In poco tempo aveva recuperato il ruolo di vertice della famiglia mafiosa e a lui facevano capo per la risoluzione di qualunque problema.

Un ruolo carismatico e di leader, secondo gli inquirenti dovuta alla sua gestione equilibrata, tanto che al suo rientro all’Arenella aveva trovato in tanti ad attenderlo con devozione e rispetto. In un colloquio telefonico con l’allora fidanzata Giuseppina Marceca, raccontò che in occasione della festa di Sant’Antonio da Padova, patrono della borgata marinara che si tenne il 13 giugno 2016, per fare passare il Santo “aspettavano lui”.

GLI AFFARI. Le indagini hanno fatto luce sulla gestione delle concessioni e sul controllo di alcune attività imprenditoriali nel corso degli anni da parte della famiglia dell’Arenella, in grado di “autorizzare ed indirizzare” l’apertura di imprese commerciali e la gestione del commercio ambulante.

IL SEQUESTRO. Nel corso dell'operazione, la Dia ha provveduto al sequestro preventivo del White club, un pub in via cardinale Guglielmo Massaia 7, all’interno del rimessaggio “Marina Arenella” di Palermo.

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