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Il procuratore di Palermo Lo Voi: "La corruzione dilaga e usa metodi mafiosi"

Francesco Lo Voi

«Nel mondo della corruzione e in genere dei reati contro la pubblica amministrazione molti pubblici ufficiali e soggetti coinvolti si comportano in modo simile ai mafiosi»: sono le parole del procuratore della Repubblica di Palermo,  Francesco Lo Voi, nell'intervista andata in onda ieri, durante la trasmissione di Tgs «Cronache Siciliane», condotta da Marina Turco.  Sul Giornale di Sicilia in edicola la lunga intervista al procutatore a firma di Riccardo Arena e Sandra Figliuolo. 

Nei casi di corruzione nella pubblica amministrazione, i soggetti corrotti «usano conversazioni criptiche, lasciano i telefoni altrove quando hanno qualche incontro particolarmente riservato o delicato, stringono un patto con la loro controparte, che rende sostanzialmente molto più difficili le indagini. Perché qui non si tratta del mafioso che estorce denaro e può temere una reazione da parte dell'estorto, ma di un accordo che viene raggiunto e che entrambi i soggetti coinvolti - e se sono più di uno è ancora peggio - hanno tutto l'interesse a mantenere riservato».

Il magistrato si è anche soffermato sulle dichiarazioni rese in questi giorni dal boss stragista Giuseppe Graviano, rimarcando come all'interno di Cosa nostra si tratti di «un capo la cui voce è ancora ascoltata».

Dall'altra parte però aumentano gli imprenditori che decidono di denunciare: «Ci sono molti più imprenditori di un tempo disposti a testimoniare. Ci sono alcuni che addirittura filmano le minacce estorsive».

 

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