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Diffuse con Whatsapp foto della ex nuda: caso di "revenge porn" per la prima volta in tribunale a Palermo

«L'ho fatto per farle un dispetto», è così che un uomo di 47 anni, originario di Foggia, ma residente a Cantù, in provincia di Como, si era giustificato dopo essere stato arrestato per aver diffuso tramite Whatsapp lo scatto della sua ex, una palermitana di 28 anni, che la ritraeva completamente nuda e in un momento di intimità. Un “dispetto” perché lei, stanca di subire botte e minacce, aveva deciso di lasciarlo. Per la prima volta in città, approda in un'aula di tribunale un caso di “revenge porn” (il reato introdotto ad agosto con il così detto Codice rosso): l'imputato è stato infatti rinviato a giudizio e dovrà rispondere anche di stalking. Il processo inizierà a marzo davanti alla seconda sezione monocratica.

Con l'inchiesta - anticipata alla fine di ottobre dal Giornale di Sicilia - il procuratore aggiunto Annamaria Picozzi e il sostituto Giorgia Righi avevano raccolto la denuncia della donna. L'imputato, pur di tornare insieme a lei, l'avrebbe sommersa di messaggi e telefonate, l'avrebbe minacciata di morte («ti brucio la casa» e «ammazzo te e tuo figlio») e poi sarebbe arrivato a ricattarla con quella fotografia. Un'immagine che lei gli avrebbe inviato mentre stavano insieme e che si sarebbe rivelata un'arma potentissima per cercare di tenerla legata a lui.

Lo scatto, proprio per umiliare e denigrare la vittima, sarebbe stato inviato anche a suo fratello: dopo un'iniziale reazione di rabbia, era stato lui però a spingere la ventottenne a denunciare.

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