Secondo i giudici d'appello di Palermo, l'estorsione aggravata dal metodo mafioso di Mauro Laricella, che gli è valsa una condanna a 7 anni, fu fatta per compiacere Fabrizio Miccoli. Perché Lauricella, scrivono nelle motivazioni della sentenza, intervenne con i sistemi di cosa nostra per far restituire al suo "idolo" un presunto debito.
Come riporta Riccardo Arena sul Giornale di Sicilia, i giudici scrivono che Lauricella sarebbe intervenuto per «affermarsi come persona “importante” e “di rispetto” dinanzi al suo idolo Miccoli, che l'aveva incaricato di spendersi per garantire il soddisfacimento di un credito» vantato da un ex fisioterapista del Palermo, Giorgio Gasparini.
Anche l'ex capitano rosanero è stato condannato a tre anni e sei mesi in primo grado, mentre in un processo diverso, celebrato col rito ordinario, Lauricella aveva avuto un anno per violenza privata, in Tribunale; la terza sezione della Corte d'appello ha però accolto l'appello del pm, portando a sette gli anni di carcere, riconoscendo al figlio del boss Antonino Lauricella, anche l'estorsione aggravata.
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