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Corruzione a Casteldaccia, l'inchiesta nata dall'esposto di una vittima

Il comune di Casteldaccia

L'inchiesta che oggi ha creato un vero e proprio terremoto al comune di Casteldaccia, con ben cinque arresti, sindaco e vicesindaco compresi, accusati a vario titolo di corruzione, abuso d’ufficio, falso materiale ed ideologico, sono iniziate quando il presidente di un’associazione di Casteldaccia, che aveva in gestione un campo di calcio, si è presentato dai carabinieri e ha raccontato delle minacce che il candidato a sindaco Giovanni Di Giacinto gli avrebbe rivolto.

Era il luglio del 2018.  Il sindaco lo avrebbe avvicinato nel porticciolo di San Nicola l'Arena pochi giorni prima delle elezioni amministrative del 10 giugno del 2018 e avrebbe chiesto in modo minaccioso di imporre agli elettori della figlia candidata nella lista Rinasca, antagonista a quella del sindaco Di Giacinto, di effettuare il voto disgiunto, dietro la minaccia di estromettere
l'associazione dalla gestione del campo comunale.

Gli elettori  avrebbero dovuto esprimere una preferenza per il sindaco Di Giacinto e un’altra per il Consiglio comunale. Uno tra i primi provvedimenti della nuova giunta Di Giacinto fu l’ordinanza 62 con la quale fu intimato alla società «di provvedere allo sgombero immediato del campo di calcio in contrada Fiorilli occupato abusivamente».

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