La procura di Palermo ha chiesto il rinvio a giudizio di 4 persone, due impiegati dell’Ispettorato provinciale dell’Agricoltura e due imprenditori. Sono accusati di falso e truffa in concorso perchè, secondo la ricostruzione del pm Francesco Gualtieri, sarebbe stato falsificato il giorno della presentazione di una domanda per l’accesso ad alcuni contributi della Regione Sicilia.
Gli impiegati, il dirigente Antonino D’Amico e il funzionario Angela Fazzari, avrebbero fatto finta che la documentazione, depositata da Agata Ferlito, 84 anni, attraverso il figlio Antonio Cappuzzo, fosse stata presentata il 22 aprile 2014 e non, come sarebbe in realtà avvenuto, il giorno dopo.
Il 22 aprile scadeva infatti il termine e il mancato rispetto della data prevista avrebbe dovuto escludere l’azienda agricola Tudia dai contributi della Agea, agenzia per le erogazioni in agricoltura: in realtà la Ferlito e Cappuzzo ottennero quel finanziamento da 200 mila euro complessivi, anche se riuscirono a incassarne soltanto poco più di 160 mila.
Ora la richiesta di rinvio a giudizio da parte del pool della procura di Palermo coordinato dal procuratore aggiunto Sergio Demontis. Con quei finanziamenti l’azienda Tudia avrebbe dovuto realizzare un agriturismo a Capo Granitola, nei pressi di Mazara del Vallo.
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