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Fallimenti, società e debiti: gli affari dietro il sequestro dei centri commerciali cinesi a Palermo

Il comandante Giovanni Mangiacavallo

Il sequestro riguarda cinque società e sette centri commerciali cinesi a Palermo, Bagheria e Siracusa. Ma le indagini che hanno portato all'operazione di oggi della guardia di finanza sono state lunghe e complesse.

“L’attività nasce da una iniziativa della guardia di finanza con controlli in quattro centri commerciali tra Bagheria, Palermo in zona Guadagna, in via Ugo La Malfa e a Siracusa due anni e mezzo fa – spiega il comandante della sezione reati societari e fallimentari del gruppo tutela mercati capitali del nucleo Polizia economico finanziaria di Palermo, Giovanni Mangiacavallo –. Successivamente, con il fallimento di queste quattro società, abbiamo effettuato verifiche e abbiamo scoperto che con i profitti dei quattro centri commerciali i titolari ne avevano aperto altri due, a Mondello e in via Generale di Maria".

"Contemporaneamente, però - aggiunge -, avevano accumulato debiti con i fornitori, con l’Erario e con i dipendenti e avevano fatto nascere nuove società intestate a parenti a cui trasferirono i rami d’azienda dei centri commerciali senza però nessun atto di compravendita. Hanno mantenuto le stesse insegne ma cambiato le partite Iva”.

I sette indagati sono tutti cinesi imparentati tra loro. “Oggi, sessanta nostri militari stanno presidiando i sette centri commerciali per far insediare gli amministratori giudiziari - continua Mangiacavallo – Grazie al tempestivo intervento della Procura di Termini Imerese è stato possibile attuare un sequestro d’urgenza. Abbiamo il compito di garantire gli altri operatori commerciali onesti che lavorano nel mercato”.

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