È passato più di un quarto di secolo dalla morte di Giovanni Falcone, di sua moglie Francesca Morvillo, del suo amico fraterno Paolo Borsellino, di don Pino Puglisi e degli uomini e delle donne delle scorte: Rocco Dicillo, Antonio Montinaro, Vito Schifani, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Cosina, Claudio Traina.
Uomini veri, nomi che riecheggiano nella coscienza collettiva del popolo italiano, ma anche simboli, esempi, speranze. Acqua pura che sgorga nel deserto di valori e di comportamenti che sembrano caratterizzare il nostro tempo. Questi Uomini giusti, i cui volti si affacciano timidi dall’alto della loro grandezza, possono ancora insegnarci qualcosa?
Cosa ci possono insegnare Uomini come Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Padre Pino Puglisi? Qual è la loro eredità morale? Se fosse ancora vivo Giovanni Falcone oggi avrebbe 80 anni, Paolo Borsellino avrebbe 79 anni, e Padre Pino Puglisi di anni ne avrebbe 82, e i ragazzi di oggi potrebbero essere i loro nipoti. E cosa direbbero ai loro “nipotini” questi uomini che hanno sacrificato la loro vita per la giustizia?
Niente che non avessero già detto con la loro rigorosa condotta morale. Prima di rispondere alla domanda di un giornalista che gli chiedeva perché rischiava in quel modo, ogni giorno, la propria vita, Giovanni Falcone, buttando indietro la testa sulla spalliera della poltrona dov’era seduto e sfoderando il suo più disarmante sorriso, rispose: “Per spirito di servizio” che tradotto nel sentire comune significa “Per fare il mio dovere”.
Giovanni Falcone e Paolo Borsellino erano magistrati, e il loro compito era far rispettare le leggi. Padre Pino Puglisi era un sacerdote, e il suo credo era il Vangelo. Quando erano in vita, erano in molti quelli che per paura o per quieto vivere, giravano la testa da un’altra parte e facevano finta di non vedere i crimini commessi dagli uomini potenti o appartenenti alla mafia.
Ma loro no. Loro non potevano. Avevano una coscienza salda e buoni principi, perché qualcuno, magari i loro genitori, o i loro nonni, o forse i professori che avevano avuto a scuola, gli avevano insegnato, non a parole, ma con i fatti, che nella vita bisogna sempre fare il proprio dovere, che bisogna combattere sempre contro le ingiustizie.
Ed è questa l’eredità che Giovanni Falcone, Paolo Borselino e Padre Pino Puglisi hanno lasciato ai ragazzi di oggi. E che significa fare il proprio dovere e combattere contro le ingiustizie quando si hanno 12 o 13 anni? Non certo combattere la mafia e il malaffare. Questo no. Ma essere onesti, studiare, non imbrogliare, essere solidali verso chi ha bisogno, avere degli obiettivi da raggiungere, aiutare i deboli.
Questo si può chiedere, come succede nel film CONVITTO FALCONE, che ha come protagonisti i ragazzi della scuola del Convitto dove Giovanni ha studiato da piccolo, e che oggi porta il suo nome.
PROGRAMMA
SABATO 18 MAGGIO 2019 Ore 9.30 – Cinema GAUDIUM – PALERMO
Musica, Cinema, Teatro, con: Alessia Bonura, Antonio Tancredi Cadili, Salvatore Bumbello, Linda Di Dio, Pietro D'Agostino, Riccardo Perniciaro e i ragazzi del Centro Tau.
Con la partecipazione dell'attrice Lorena Cacciatore e gli Agricantus
Proiezione del film: CONVITTO FALCONE. Intervengono: Maria Falcone, Felice Cavallaro, Francesco Di Giovanni, Pasquale Scimeca, Mons. Corrado Lorefice.
Persone:
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