Il padre di Antonino Di Liberto, il commercialista ucciso oggi a Belmone Mezzagno, Giuseppe, è stato sindaco del comune per diversi mandati, l'ultimo dal febbraio '90 al novembre '93.
Giuseppe Di Liberto, nel 2001, era stato nominato dall'allora presidente Francesco Musotto direttore generale alla Provincia di Palermo. Di Liberto era nell' amministrazione provinciale dal 1968, è stato vice segretario generale e nel tempo ha diretto numerosi settori.
Il fratello della vittima, Pietro, è stato sindaco dal maggio 2012 al giugno 2017 ed era stato eletto appoggiato da una lista del Pd. I Di liberto provenivano da una tradizione Dc poi passarono alla Margherita prima di confluire nel Pd. Pietro Di Liberto era ingegnere della ditta Siem che lavorava subappalti per conto dell'Enel. Secondo la prefettura di Palermo, considerata la parentela di Di Liberto con la famiglia Bisconti, c'era la possibilità d'infiltrazioni mafiose negli appalti. L'Enel revocò all'azienda subappaltatrice tre incarichi. La Siem fece ricorso dicendo che l'ingegnere era stato rimosso dal 2012. Il Tar lo accolse ma il Cga ribaltò la decisione.
Di Liberto poi fu eletto sindaco carica che mantenne per tutto il suo mandato: non poteva lavorare in una ditta edile ma poteva amministrare Belmonte Mazzagno. "Mi contestano la parentela di ottavo grado con il figlio del fratello di mia nonna che non vedo da anni" disse il sindaco due anni dopo l'elezione. Antonio Di Liberto era un commercialista noto a Belmonte Mezzagno e aveva rapporti di lavoro con numerose aziende.
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