Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Terrorismo, il palermitano fermato: "L'unico modo per andare in paradiso è morire da kamikaze"

Giuseppe Frittitta

«La legge di Allah si applica con la spada e bisogna essere crudeli con i traditori e con i ribelli. E morti tutti». Così non sapendo di essere intercettato, Ossama Gafhir, il marocchino 18enne fermato dai pm di Palermo per istigazione a commettere reati di terrorismo, parlava con l’amico Giuseppe Frittitta, palermitano, aspirante jihadista anche lui finito in manette.

«Gli apostati sono una malattia - diceva - e non avranno che la spada come medicina. E’ arrivata l’ora del combattimento». L'amico palermitano, che si sarebbe radicalizzato su istigazione del giovane marocchino, rispondeva che l’unico modo per andare incontro ai nemici per ucciderli e, contestualmente, raggiungere il paradiso era morire da kamikaze.

«Non c'è un se, ti metti una cosa di sopra che per prima fa esplodere te», spiegava. Poi, nel raccontare di essere stato avvicinato da estranei, che gli avevano «chiesto di fare da spia», commentava: «meglio crepare che tradire». I due sostenevano infine che molti frequentatori delle moschee in Italia erano dei «bastardi traditori che collaborano con la Digos».

«Mi sono preso troppo di collera ho sbagliato tipo due volte strada. Ho allungato 40 chilometri, in più mi sono dovuto fermare. Credimi, mancava poco e Yusuf faceva un casino in autostrada». In un'altra intercettazione il giovane parla con l'amico marocchino. In questo caso gli inquirenti hanno cercato di interpretare, si presta a più letture: l’uomo potrebbe aver solo descritto lo stress provato in una giornata di viaggio col tir, o, ipotesi inquietante, fare riferimento all’idea di un attentato col camion, come quello già fatto dai terroristi jihadisti ad esempio a Nizza.

Anche la madre avrebbe cercato di convincere Frittitta a smettere con queste sue convinzioni. «Se me la cresci...se me la cresci tu, come fate crescere le femmine vostre mi costringete ad andarmene in carcere! Mi mandate voi con le vostre mani in carcere a me...perché devo tagliarle la testa». La donna gli diceva che, se avesse avuto una figlia, avrebbe dovuto delegare a lei la sua educazione per allevarla nel rispetto di sani principi.  «Se fossi stata tu musulmana - diceva alla madre - anche tu saresti stata oppressiva. Io ti sarei stato ad ascoltare ma siccome sei miscredente, non hai nessun potere su di me».

Caricamento commenti

Commenta la notizia