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Palermitana lotta con un tumore al colon, il Texas l'ultima speranza. I figli: "Aiutateci a salvare mamma"

Giovanna è una mamma palermitana lavoratrice affetta da tumore al colon con metastasi al fegato e ai polmoni. In Italia il suo tumore è dato per incurabile, le rimangono solo cinque mesi di vita. I figli Luca e Alessandro scrivono una lettera d'appello per una raccolta fondi sulla piattaforma GoFoundMe: "Ormai siamo agli sgoccioli, le è stata data l’ultima terapia chemioterapica, che nella migliore delle ipotesi potrà concederle giusto il tempo di arrivare al mio matrimonio questo giugno, dopo di che, non c’è più nulla da fare".

Per Giovanna donna solare, allegra, l'ultima speranza è il centro oncologico Salem in Texas. Ma Luca e Alessandro scrivono: "I costi della sanità americana sono fuori da ogni nostra possibilità economica. Il costo della sola visita completa con gli esami base va dai 35.000 ai 40.000 dollari americani, a cui vanno aggiunte le spese degli eventuali farmaci o interventi, così il costo può agevolmente superare i 500.000 dollari americani in poco meno di quattro mesi di terapia, a questi costi si devono aggiungere i costi di trasferta, voli, hotel, trasporti locali. Insomma, per noi, umili operai equivale ad una condanna a morte".

La storia oncologica di Giovanna inizia non meno di 12 anni fa, quando le viene diagnosticato un pericoloso tumore del glomo carotideo, uno di quelli rari. Ma i medici dell'ospedale Niguarda di Milano hanno rimosso il tumore, senza creare scompensi e Giovanna è potuta tornare dai suoi familiari.

Ma negli anni successivi sono state asportate altre piccole masse  in varie zone del corpo, ma anche questi interventi, più o meno invasivi, hanno dato esiti davvero positivi. "Dopo un breve periodo di tranquillità - scrivono i figli -  una serie di progetti per il futuro che finalmente non sembrava più cosi buio, notiamo che mamma non è più la solita, perdita di peso, perdita di appetito e perdita di serenità, insomma chi c’è passato lo sa, il cancro ti toglie tutto. Insospettiti da questi sintomi, mamma fa subito un controllo ecografico. Ancora ricordo la telefonata che mi fece,  ho un tumore al fegato mi disse. Ci cadde ancora il mondo addosso, un cancro al fegato pensammo, non è qualcosa che va via con il bisturi, ci dissero anche che i tumori al fegato sono rari e iniziarono ad indagare su di un possibile altro focolaio. Da lì il passo fu breve, tumore al colon la sentenza, quella al fegato era già una metastasi".

Subito Giovanna e i suoi ragazzi sono andati al centro tumori europeo di Milano. Così arrivarono le cattive notizie: tumore maligno con una mutazione particolarmente aggressiva. Giovanna comincia con un po’ di ritardo il primo ciclo chemioterapico che però viene quasi subito interrotto dall'esigenza di operare urgentemente per un’occlusione intestinale grave. Purtroppo arriva un'altra brutta notizia, Giovanna non potrà fare chemioterapia per oltre cinquanta giorni, per permettere all'intestino di saldarsi ed evitare emorragie interne.

Arrivano nuove chemioterapie, ma anche il secondo piano chemioterapico non ha l’efficacia sperata, anzi, inizia ad avere le prime controindicazioni: una reazione allergica.

Giovanna subirà due interventi al fegato, uno in fase sperimentale avanzata per poter togliere le metastasi e permettere alla parte sana di ricrescere. Dopo tempo Giovanna finalmente viene dimessa e l'intervento sembra perfettamente riuscito.

"Dopo poco più di un mese arriva la notizia, quella che non vuoi sentirti dire, ci sono nuovamente delle metastasi al fegato, e qualche macchia ad un polmone - scrivono Luca e Alessandro  - la cosa peggiore è che una delle metastasi non si può più toccare perché ancorata alla vena porta, in caso di ulteriori manipolazioni si rischia una emorragia interna rapidissima che porterebbe alla morte in pochissimi minuti, nemmeno il tempo di praticare un'incisione chirurgica. L'unica alternativa è bombardare la mamma di chemioterapici, ne ha fatte di tutti i tipi, senza sosta. Cosi è stato fatto, ma tutte le cartucce in mano al sistema sanitari nazionale sono esaurite, ormai siamo arrivati al capolinea, rimanendo qui, mamma non ce la farà, l’aspettativa di vita non va oltre i 5 mesi".

La campagna di raccolta fondi è gestita da Luca il figlio più grande: "Tutte le donazioni verranno convogliate sul mio conto corrente personale, a quanto pare GoFundMe non permette di mantenere per più di 30 giorni il saldo sul sito, ma questi soldi non verranno spesi fino a che non sarà raggiunta la cifra minima per poter portare mamma in America, ogni spesa sostenuta verrà rendiconta con fattura intestata ad uno dei familiari, ogni fattura verrà immediatamente pubblicata come aggiornamento per permettere a chiunque di conoscere lo stato di avanzamento del progetto “Salviamo Giovanna”".

Fino a questo momento sono stati raccolti poco più di 9 mila euro per  il progetto "Salviamo Giovanna". La strada è ancora lunga e la speranza è l'ultima a morire.

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