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Mafia, 3 arresti per tentata estorsione alle sorelle Napoli di Mezzojuso: "Finalmente la verità"

"Finalmente la verità comincia a venire a galla, dopo 15 anni in cui non siamo credute, derise e prese per visionarie e fuori di testa e oggetto di insulti e lazzi in piazza. Ringraziamo i Carabinieri e la Procura di Termini che hanno creduto in noi". Lo dicono le sorelle Irene, Ina e Marianna Napoli, in una nota diffusa dal loro legale Giorgio Bisagna, dopo gli ordini di custodia cautelare per tre persone che sarebbero gli autori di minacce e intimidazioni di stampo mafioso nei loro confronti.

In una conferenza stampa, ieri, le sorelle e il legale hanno annunciato una querela contro due persone che hanno parlato di Salvatore Napoli, padre delle tre donne, deceduto, che è indicato da alcune informative degli investigatori come "indiziato mafioso".

Il legale ha reso nota la sentenza che condannava, nel 1974, per calunnia Francesco Paolo Bonanno che aveva scritto alcune lettere anonime accusando Napoli e altre persone "di una serie di malefatte anche di stampo mafioso".

L’esposto riguarderebbe il generale dei carabinieri Nicolò Gebbia, in pensione, che in un processo ha indicato il padre delle tre sorelle come capomafia di Mezzojuso, e il sindaco del paese, Salvatore Giardina, che dopo le notizie
su Salvatore Napoli ha detto che le tre donne "devono prendere le distanze dal padre".

Della vicenda si occupa da mesi la trasmissione di La7 "Non è l'arena". Il conduttore Massimo Giletti ha accusato il sindaco di non essere intervenuto per anni nella vicenda delle Napoli. Il sindaco ha querelato per diffamazione.

Ina Napoli, impiegata del Comune di Mezzojuso alla domanda se fosse mai andata a raccontare al sindaco Giardina delle intimidazioni e minacce che lei e le sorelle hanno ricevuto ha risposto "No, non sono mai andata dal sindaco ma in Comune lo sapevano".

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