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Migranti, il caso del presunto trafficante eritreo estradato: respinta la scarcerazione di Mered

Resta in carcere l'eritreo estradato dal Sudan a giugno 2006 e ritenuto a capo di una delle maggiori organizzazioni criminali che gestiscono la tratta dei migranti tra l'Africa e l'Europa. La corte d'assise di Palermo ha respinto l'istanza di scarcerazione presentata dal suo legale, sostenendo che al momento - l'uomo è sotto processo - non ci sono stati mutamenti ne' sotto il profilo degli indizi di colpevolezza ne' sotto quello delle esigenze cautelari.

I giudici hanno dunque accolto le obiezioni della Procura, rappresentata in giudizio dal pm Gery Ferrara che si era opposto alla richiesta di liberazione del legale. Il difensore dell'eritreo sostiene dal momento dell'arresto che il suo cliente sia vittima di un errore di persona.

La Procura di Palermo ricercava da anni l'eritreo conosciuto dall'autorità giudiziaria italiana come Mered Yehdego Medhanie quando ricevette dalla National Crime Agency brittanica l'informazione che si trovava a Khartum, in Sudan.

Gli inquirenti sudanesi e inglesi accertarono che aveva in uso più utenze cellulari una delle quali, intercettata dai magistrati palermitani, risultò collegata ad alcuni trafficanti di uomini che vivevano in Libia.

L'analisi delle telefonate confermò i sospetti degli investigatori: nel corso di diverse conversazioni, infatti, si parlava di traffico di migranti. Arrestato, l'eritreo, che negò che fosse suo il cellulare sequestrato, venne portato in Italia.

Il suo legale ha sempre sostenuto che quello estradato non fosse il ricercato, ma Medhanie Tesfamariam Berge, un falegname che si trovava in Sudan con l'intenzione di raggiungere le coste africane per imbarcarsi per l'Europa e che, dunque, ci fosse stato un clamoroso errore di persona. All'istanza di scarcerazione respinta oggi si è opposto il pm, secondo il quale "la dichiarazione dell'imputato (nel frattempo rinviato a giudizio e sotto processo in corte d'assise, ndr) di essere soggetto diverso non trova riscontro probatorio e in ogni caso l'istruzione dibattimentale ha dimostrato che tutte le condotte criminali contestate sono attribuibili alla persona sottoposta a giudizio".

La procura ha definito "false, inverosimili e smentite dall'istruttoria dibattimentale", le versioni fornite dall'eritreo che ha anche negato che fossero suoi i fogli che aveva al momento dell'arresto. Sui manoscritti è stata disposta una perizia che ha accertato, invece, che 75 su 77 erano scritti di suo pugno.

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