Anche un parente del boss della Kalsa, Antonino Lauricella, alias “u scintilluni”, avrebbe fatto parte di una banda di spaccaossa, cioè di quei truffatori che avrebbero messo in scena finti incidenti stradali, ma rompendo realmente braccia e gambe alle vittime compiacenti, per incassare i soldi dalle compagnie assicurative.
Il retroscena emerge dal fermo “Cupola 2.0” e, come si legge in un articolo pubblicato sul Giornale di Sicilia in edicola oggi, proprio un falso incidente ed il mancato pagamento del “picciutteddu” che si sarebbe fatto rompere una gamba avrebbe innescato degli attriti tra il clan di corso Caltafimi, guidato da Filippo Annatelli, e quello di Porta Nuova.
Uno degli indagati, Salvatore Mirino, prendeva le difese della giovane vittima: “Gli devono dare i picciuli a quel picciutteddu… A me non deve entrare niente perché mi sembra corretto… Perché gli voleva dare il trenta per cento e ci scassaru la gamba e tutte cose! Gli devono dare i picciuli!”.
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