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Palermo, il ristorante che si ribelló alla mafia: per 20 anni vittima del pizzo e di undici estortori

Il pagamento del pizzo era incluso nella gestione dell’attività e così, sin dal 1997, i fratelli Cottone, titolari del ristorante “La Braciera” di via San Lorenzo, hanno dovuto far fronte per quasi 20 anni alle richieste estorsive di ben 11 esattori di Cosa nostra.

Sono stati gli stessi imprenditori – che nel 2016 fecero arrestare in flagranza gli ultimi estorsori – a raccontarlo ai pm, tanto che a buona parte degli arrestati con l’operazione “Talea 2” di ieri viene contestato proprio il taglieggiamento nei loro confronti.

“Questa cosa non finirà mai”, aveva sentenziato uno degli indagati anni fa di fronte al tentativo di ribellione dei Cottone. E infatti i 6 milioni di lire all’anno versati alla fine degli anni ‘90 erano poi stati naturalmente convertiti in euro e ogni volta che un esattore finiva in carcere se ne presentava subito un altro.

Nel tempo, però – come racconta più dettagliatamente un articolo pubblicato sul Giornale di Sicilia oggi in edicola – i titolari della pizzeria si sono opposti e la profezia dell’esattore non si è avverata.

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