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Scritta "minchia" su una luminaria a Palermo, l'imprenditore: "Pagata con soldi propri"

Sdoganata alcuni anni fa da una canzone di Giorgio Faletti, "Signor tenente", che all'inizio di ogni strofa utilizzava la parola dialettale "minchia", adesso il termine compare in una luminaria installata in via Alloro, a Palermo, dagli organizzatori di "Manifesta 12", la Biennale nomade europea in corso nel capoluogo siciliano nell'anno di Palermo Capitale della cultura.

Il consigliere comunale Sabrina Figuccia grida allo scandalo: "Come se non fosse bastata l'installazione artistica dell'amplesso di un tizio con un albero (video proiettato all'Orto botanico, sempre nell'ambito di Manifesta - ndr), arriva anche questa bella novità che, probabilmente, rispecchia la visione contorta di qualche "artista" foraggiato da fondi pubblici". "Stamattina - conclude Figuccia - in una lettera inviata al sindaco ho chiesto l'accesso agli atti per conoscere quanto è stata pagata questa installazione, chi ha sostenuto i costi e se Orlando ritiene che simili episodi facciano bene all'immagine della città".

"Vorrei tranquillizzare la consigliera di Palermo, Sabrina Figuccia: la luminaria "Minchia" situata in via Alloro, infatti, è stata pagata interamente dal sottoscritto che ha voluto fare un atto di mecenatismo verso un’artista che ha composto una luminaria che non voleva offendere la sensibilità di nessuno". È quanto scrive sul suo profilo facebook, Andrea Schiavo, che attraverso la sua società H501 ha finanziato interamente la realizzazione della luminaria. "Rispetto quindi il suo desiderio di aver informazioni sull'uso o meno di soldi pubblici, ma chiederei cortesemente di lasciare al pubblico ed alla critica il giudizio sulla validità o meno di questa opera d’arte", aggiunge.

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