Nella pagina Facebook di uno dei suoi bar, la caffetteria Aurora di Palermo, tra foto di dolci e vini, esibiva lo scatto che lo riprendeva insieme a Luigi Di Maio, al deputato M5s all'Ars Giancarlo Cancelleri e al cognato Fabio Bonaccorso.
I due esponenti politici erano andati nel locale per un caffè durante la campagna elettorale per le regionali siciliani di ottobre 2017. E Giuseppe Corona, accusato di essere il "re del riciclaggio" dei clan mafiosi palermitani, non aveva perso tempo nel postare la foto fatta apposta nell'occasione.
Alla caffetteria Aurora Corona, arrestato oggi insieme ad altre 23 persone in un blitz della Finanza, risultava formalmente cassiere. Ma il locale, come molti altri in città compresi gli storici bar Alba, noti per le arancine, erano suoi.
Ed erano, insieme a diverse tabaccherie, enormi lavatrici di denaro sporco accumulato col traffico degli stupefacenti di cui Corona era punto di riferimento per diverse "famiglie".
La Finanza ha sequestrato la caffetteria Aurora e diverse altre attività commerciali riconducibili a Corona a cui i pm contestano l'associazione mafiosa, ritenendolo esponente di spicco del clan Porta Nuova, il riciclaggio e l'autoriciclaggio e l'associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga.
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