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Governo, offese a Mattarella sui social: tre indagati dalla procura di Palermo, ma al vaglio un centinaio di post

Sono tre al momento gli indagati nell'inchiesta aperta dalla Procura di Palermo sulle minacce e le offese al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

La Procura ha deciso di aprire un fascicolo dopo la pubblicazione su alcuni social network di offese con giudizi pesanti e riferimenti alla morte del fratello di Sergio Mattarella, Piersanti, l'ex presidente della Regione ucciso da Cosa nostra il 6 gennaio 1980.

L'inchiesta è affidata dalla sezione antiterrorismo della procura coordinata dal procuratore aggiunto Marzia Sabella e dal sostituto Gery Ferrara che stanno cercando di individuare altri autori (sempre palermitani) di post con insulti e minacce. Sarebbero al vaglio degli inquirenti un centinaio di post.

Sulla vicenda infatti indaga la Digos con il contributo della polizia postale che sta scandagliando Facebook alla ricerca di altre frasi sospette. In esame al momento ci sono gli scritti di Manlio Cassarà, palermitano, che ha scritto "hanno ucciso il fratello sbagliato", riferendosi all'omicidio di Piersanti Mattarella; Michele Calabrese, autore di un post analogo, e Eloisa Zanrosso che ha scritto: "ti hanno ammazzato il fratello, non ti basta?".

I pm ipotizzano per gli indagati - a vario titolo - il reato di attentato alla libertà del presidente della Repubblica, offesa all'onore a e al prestigio del presidente della Repubblica, puniti fino a 15 anni di reclusione. Non si esclude l'ipotesi di istigazione a delinquere.

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