Un appello a manifestare in silenzio il 23 maggio, anniversario della strage di Capaci, è stato lanciato attraverso i social da un centinaio tra scrittori, giornalisti, intellettuali, esponenti politici e della società civile attraverso l’hastag #Insilenzio e#Nienteretorica.
«Quel che accade, oramai da anni, il susseguirsi di inchieste e arresti di uomini dello Stato e della cosiddetta antimafia - si legge - ci prospetta l’esistenza di una finzione insopportabile, del tradimento della lezione di onestà e fedeltà ai valori repubblicani di uomini come Falcone e Borsellino. In attesa dei processi e delle sentenze, sulla base di quel che emerge da queste inchieste, diciamo: questa antimafia non ci appartiene».
Per i firmatari dell’appello, che ha già raccolto numerose adesioni, «si deve rifuggire da sistemi di finzione e di retorica all’ombra dei quali far prosperare affari e carriere. Se pezzi dello Stato hanno consentito quegli affari e quelle carriere pervertendo le normative e i regolamenti e consentendo il ricorso a dossier e a violenze private, noi non li consideriamo Antimafia».
«Il rispetto delle leggi - prosegue l’appello - non può che esercitarsi nel rispetto della memoria e nel riguardo per le istituzioni e nell’osservanza dei diritti di ognuno. Ed è per questo che, per ricordare le stragi di Capaci e via D’Amelio, proponiamo che nessuno prenda la parola, se non la memoria dei nostri morti. Dobbiamo lasciar fuori le inutili retoriche dagli anniversari. La sola condizione che possa oggi consentire una qualsiasi manifestazione in ricordo delle vittime della mafia, a nostro avviso, è il silenzio. Manifestiamo in silenzio».
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