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"Non denunciò un vigile urbano", a giudizio il sindaco di Cefalù Lapunzina: "Estraneo ai fatti"

Il sindaco di Cefalù, Rosario Lapunzina

Il sindaco di Cefalù, Rosario Lapunzina, è stato rinviato a giudizio per non avere denunciato un vigile urbano che si sarebbe appropriato dei soldi del servizio di parcheggio. Lapunzina è accusato anche di avere usato per motivi personali la Fiat Panda di servizio del Comune.

Con il sindaco il gup Stefania Galli ha rinviato a giudizio la segretaria comunale Maria Rosaria Sergi e l'ex vigile urbano, Riccardo Liberto.  Antonino Gugliuzza, ex capo della polizia municipale (ora in pensione) è stato giudicato con rito abbreviato e condannato a 8 mesi e 20 giorni con la condizionale per omissione di denuncia.

«Sono estraneo - ha detto il sindaco - agli addebiti che mi sono contestati. Nonostante ciò, non mi sorprende di essere stato rinviato a giudizio perché comprendo che l’udienza preliminare non è il momento idoneo a stabilire l’innocenza o la colpevolezza, ma serve soltanto a valutare l’utilità della fase dibattimentale».

«Nel processo - ha aggiunto - sono certo di riuscire a dimostrare, senza ombra di dubbio, che ho sempre operato correttamente. Non ho favorito e non ho coperto alcuno e ho fatto uso degli scarsi mezzi del Comune per far fronte alle esigenze della cittadinanza, come ero solito fare con la Fiat Panda del servizio idroelettrico, con cui, a tutte le ore del giorno e della notte, mi sono recato presso i serbatoi comunali, per evitare che zone della città rimanessero senza fornitura idrica».

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