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Migranti, "viaggi di lusso" su barche veloci. Sfuggono ai controlli: "Rischio terroristi a bordo"

PALERMO. Immigrazione clandestina, traffico di sigarette ma anche sospetti jihadisti a bordo. Una operazione della guardia di finanza di Palermo, che ha portato oggi a tredici arresti, mette in luce una fitta rete che si era sviluppata fra Italia, Marocco e Tunisia che trasportava migranti sulle coste siciliane utilizzando gommoni con potenti motori fuoribordo ed esperti scafisti. A far da sfondo il braccio di mare tra la provincia tunisina di Nabeul e quella di Trapani, in questo modo i “carichi” di uomini e donne riuscivano a raggiungere il nostro Paese in poco meno di 4 ore di navigazione.

Secondo la ricostruzione degli investigatori ogni viaggio, per il quale venivano imbarcate dalle 10 alle 15 persone, costava ad ognuno tra i tre ed i cinquemila euro ed insieme alle persone venivano trasportati anche sigarette di contrabbando, destinate al mercato nero italiano ed in particolare a quello palermitano.

Un sistema, quello messo a punto da questa organizzazione, che avrebbe permesso una facile elusione dei controlli da parte delle forze dell’ordine.

Ed è questo l’aspetto che preoccupa di più: le indagini, infatti, hanno permesso di accertare che, all’interno della banda che oggi è stata fermata, operavano anche alcuni soggetti con “orientamenti tipici dell’islamismo radicale di natura jihadista – dicono gli investigatori -, i quali palesavano atteggiamenti ostili alla cultura occidentale anche mediante propaganda attuata attraverso falsi profili attivati su piattaforme social”.

In una conversazione intercettata si parla dell’intenzione di uno degli arrestati di oggi di recarsi in Francia dove avrebbe compiuto “azioni pericolose a seguito delle quali avrebbe potuto non fare ritorno”, invitando il suo interlocutore a pregare per lui.

Anche il procuratore di Palermo, Francesco Lo Voi, parla di questo aspetto dell’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Marzia Sabella e dai pm Gery Ferrara e Federica La Chioma: "Si tratta – dice Lo Voi - di un'indagine molto importante perché colpisce un'organizzazione criminale che favoriva l'ingresso di migranti irregolari interessati a un trasporto via mare sicuro e disposti a pagare cifre più alte rispetto ai tradizionali viaggi sui barconi o a evitare qualunque forma di controllo ed identificazione all'arrivo. Anche per questa ragione non può escludersi, ma non vi sono elementi precisi al riguardo, che potessero approfittarne anche soggetti pericolosi".

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