PALERMO. Un tetto per ripartire da zero. Un mini-appartamento per aiutare chi non ha una casa a ritrovare una condizione di vita dignitosa. È questo l'obiettivo del progetto di Housing sociale avviato a Palermo dal Centro Diaconale La Noce.
Il progetto prevede uno spazio di coabitazione riservato a persone a rischio emarginazione, famiglie sotto sgombero, sfratto o in emergenza abitativa, donne sole con bambini, ex detenuti, migranti neo-maggiorenni appena usciti dal circuito di accoglienza.
La struttura è costituita di 12 camere e spazi comuni come cucina, lavanderia, salone con tv e postazione internet, uno spazio gioco per i bambini, un servizio di portierato e un parcheggio per le biciclette.
Per accedere al servizio, gli ospiti dovranno sostenere un colloquio conoscitivo e sottoscrivere un accordo di ospitalità temporanea che prevede il versamento di un contributo per le spese di alloggio ad un prezzo calmierato. L’accordo sarà valido per sei mesi e potrà essere rinnovato una sola volta, per altri sei.
«I beneficiari avranno la possibilità di usufruire di un contesto protetto e il loro percorso sarà alimentato anche dalle relazioni di solidarietà che potranno crearsi grazie al vivere insieme ad altre persone che condividono progetti e bisogni - spiega Anna Ponente, direttrice del Centro Diaconale La Noce -. Gli operatori del centro garantiranno la mediazione in caso di conflitti legati alla coabitazione, forniranno il supporto necessario per affrontare percorsi burocratici e legali e per il rafforzamento delle competenze lavorative e sociali, ma tutti gli interventi saranno mirati alla opportuna fruizione delle risorse che il territorio mette già a disposizione».
Tra le partnership già avviate dal centro diaconale, quella con la Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (FCEI) - Progetto Mediterranean Hope e il Forum Lampedusa Solidale: il servizio di housing sociale ha stipulato un accordo con la FCEI con lo scopo di offrire uno spazio abitativo temporaneo ai lampedusani che, a causa della mancanza di strutture adeguate sull’isola, siano costretti a spostarsi a Palermo per usufruire di cure di medio e lungo periodo in strutture ospedaliere presenti in città.
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