PALERMO. Saranno sentiti giovedì - dal gip Antonella Consiglio e dal pm Chiara Capoluongo che ha condotto le indagini - i genitori della bambina di nove anni che avrebbero fatto prostituire nel Palermitano.
Sempre giovedì il giudice sentirà gli altri due indagati, presunti clienti della vittima che è stata portata in una struttura protetta subito dopo l’avvio dell’indagine da parte dei carabinieri.
Decisive, ai fini dell’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Ennio Petrigni, sono state le parole della bimba. “Nonostante la giovanissima età – scrive il giudice – che le impedisce di comprendere sino in fondo il disvalore delle condotte subite, trovandosi invero soltanto a subirne le pesanti conseguenze, ha fornito dati e informazioni preziosissime in ordine ai fatti per cui si procede”.
La psicologa ha evidenziato che “la struttura del pensiero della piccola non appare alterata da fenomeni dispercettivi o allucinatori. Il funzionamento cognitivo deficitario sembra correlato a meccanismi post trauma, essendo emerse in più occasioni indici di turbamento, disagio nonché quote di rabbia e aggressività”.
“Rileva soprattutto – prosegue – la sperimentazione di conflitti di lealtà nei confronti dei genitori, accompagnati da timori di punizione e sensi di colpa, con forte ambivalenza soprattutto nei confronti della figura materna”.
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