PALERMO. E’ una piccola testimone a raccontare inconsapevolmente (perché intercettata) alcuni momenti della sparatoria del 2 gennaio in via Brigata Aosta in cui sono rimasti feriti Gaetano la Vecchia e Teresa Caviglia. Sull'argomento approfondimenti sul Giornale di Sicilia in edicola.
I tre arrestati - Silvestro Sardina, detto Silvio, il padre Francesco Paolo Sardina detto Paoluzzo e il cugino Juzef Sardina detto 'u tunisino - secondo gli inquirenti coordinati dall’aggiunto Ennio Petrigni e dal sostituto Enrico Bologna, avrebbero costituito un commando per attuare una spedizione punitiva nei confronti di Gaetano La Vecchia e della sua famiglia.
“Io ho visto a Silvio con la pistola in mano – dice la bimba - ho visto a Silvio con la pistola in mano… E gli ho spiegato la situazione e ho detto ‘adesso ci vengono a sparare a noi’, adesso ci vengono a sparare a noi… No prima sono venuti da te, prima della pistola, prima sono andati da te. No, io glielo ho detto: al 100%, è stato Silvio! Si è stato Silvio. Sono scesa, ho visto Silvio che faceva così con la pistola in mano, ah ma? Ho visto che faceva cosi con la pistola in mano, Silvio… E ha iniziato pum, pum, pum, pum!”.
Dalle conversazioni intercettate in carcere e in ospedale emergono anche le responsabilità di Francesco Paolo Sardina: “Si è messo a fare il fango – dice uno dei parenti - ma glielo ha fatto fare suo padre. Perché glielo ha detto suo padre, gli ha dato la pistola e gli ha detto iniziaci da lui, da Ciccio! E' stato suo padre!”.
Si capisce anche che la relazione tra la compagna di Silvio Sardina e la Vecchia non è una semplice scappatella. “Ma vedi che loro non si lasciano ... sono persi uno per l'altro… sono innamorati”. Teresa Caviglia racconta: “Mi stava portando a morire a me, a tuo fratello Ciccio, ai bambini... che se la bambina si trova seduta nel divano, me le lasciano distesa a terra… Me ne sono andata in panico, pensi che l'ho fatto apposta, me ne sono andata in panico”.
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