PALERMO. Una città in cui ci sono più morti che nuovi nati: le nascite non sono mai state così basse in 50 anni. Mentre gli occupati diminuiscono e cresce la disoccupazione, in aumento di 1,5 punti rispetto all'anno precedente. Un reddito medio pro-capite che non raggiunge i 10 mila euro annui. Un quadro tutt'altro che positivo, quello emerso dai dati contenuti nel Repertorio statistico 2016, pubblicato sul sito del Comune di Palermo.
A Palermo risultano residenti 673.735 persone, più femmine che maschi: le donne superano il 50% (52,4%). Rispetto al Censimento del 2001, si è registrata una diminuzione di 29.161 abitanti, pari al 4,2%. Ad ogni modo, Palermo si conferma la quinta città italiana per dimensione demografica, dopo Roma, Milano, Napoli e Torino, e prima di Genova.
Ma a destare allarme è il basso numero di nascite: il numero dei nati nel 2016 è sceso per la prima volta sotto quota 6 mila (5725 neonati), segnando il valore minimo degli ultimi 50 anni. Inoltre, il numero di morti ha superato il numero di nati, con un saldo negativo di 666 unità.
Situazione infelice anche nell'ambito del lavoro. A Palermo, nel 2016, gli occupati sono diminuiti del 2,7%, passando da 188 mila a 183 mila. Rispetto al 2006, quando vi erano 211 mila occupati, si registra invece un calo del 13,3%. Un valore che è il più basso del decennio 2006-2016.
Il tasso di occupazione nel 2016 è risultato pari al 40,1%, in diminuzione di ben 5,6 punti percentuali rispetto al 2006. Di contro, cresce il numero di disoccupati, passando da 48 mila nel 2015 a 51 mila nel 2016, con un incremento del 6,8%. Rispetto al 2006, quando i disoccupati erano 49 mila, si registra invece un incremento del 3,7%. Il tasso di disoccupazione è fermo al 21,9%, in aumento di 1,5 punti percentuali rispetto al 2015 e di 2,9 punti percentuali rispetto al 2006.
Stabile il flusso migratorio si registrano 9.342 immigrati, in diminuzione dello 0,6% rispetto al 2015. Oltre 11 mila sono gli emigrati (11678), in diminuzione dell’8,2% rispetto al 2015. Il 90% dei quali si è diretto verso altri comuni italiani, mentre il 10% è andato all’estero.
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