PALERMO. Un’altra inchiesta per peculato contro l’ex pm ed ex magistrato Antonio Ingroia: i suoi ex colleghi della Procura di Palermo gli contestano di essersi autoliquidato - anche quest’anno, oltre che tra il 2014 e il 2016, le annualità già contestate in precedenza - compensi non dovuti.
Somme cioè che supererebbero i limiti previsti dalle leggi, per la sua attività di manager della società regionale Sicilia Digitale, erede di Sicilia e-Servizi, guidata sempre da Ingroia, su designazione di Rosario Crocetta.
Per il coordinamento dell’azienda che gestisce la piattaforma informatica della Regione - come riporta il Giornale di Sicilia oggi in edicola -, secondo il Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza, Ingroia avrebbe fatto riferimento a una legge nazionale, a lui più favorevole, piuttosto che a quella regionale, che prevede un tetto massimo che, secondo alcune interpretazioni restrittive, non potrebbe superare i 30 mila euro.
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