CEFALÙ. Il sindaco di Cefalù, Rosario Lapunzina, ha ordinato la requisizione degli impianti (pompe idrauliche e rete di distribuzione) che alimentano la rete idrica della città. E’ un’altra tappa della "guerra dell’acqua" che da tempo contrappone il Comune a "Sorgenti di Presidiana".
La società gestisce il servizio di potabilizzazione e rivendica un credito di 1,75 milioni di euro. Ma il Comune non paga perché sostiene che, in base a una legge regionale, non può essere individuato come gestore del servizio idrico a suo tempo affidato all’Amap la quale si è a sua volta ritirata per gli alti costi della potabilizzazione. L’Ati, la società di ambito idrico provinciale, non ha indicato soluzioni dopo essersi dichiarata «incompetente».
Nel caos creato dal rimpallo di responsabilità la società Sorgenti di Presidiana ha chiuso il potabilizzatore. Il Comune ha deciso quindi di immettere in rete acqua grezza di cui ha vietato l’uso alimentare. Ma gli impianti di sollevamento sono stati anch’essi fermati dalla società. A questo punto il sindaco ne ha ordinato la requisizione per sei mesi per non lasciare a secco il secondo polo turistico della Sicilia.
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