PALERMO. "Palermo è cambiata. In questi 35 anni sono stati fatti molti passi in avanti in tema di legalità e di riscatto", afferma Nando Dalla Chiesa, figlio del generale Carlo Albero ucciso dalla mafia il 3 settembre 1982 insieme alla moglie Emanuela Setti Carraro e all'agente di polizia Domenico Russo.
Per ricordare quell'eccidio, che scosse il Paese, stamane il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha deposto una corona di alloro sotto la lapide che ricorda l'eccidio in via Isidoro Carini a Palermo. Alla commemorazione erano presenti anche i figli del prefetto, Nando, Rita e Simona, la vedova Filomena e i figli, Dino e Toni, dell'agente, il ministro dell'interno Marco Minniti, il presidente del Senato Piero Grasso, il comandante generale dell' Arma dei Carabinieri,
Tullio Del Sette, il prefetto di Palermo, Antonella De Miro, il questore Renato Cortese, il sindaco Leoluca Orlando, il presidente della regione siciliana Rosario Crocetta e il presidente dell'assemblea regionale siciliana Rosario Ardizzone. Mattarella ha salutato i familiari del generale, i vertici istituzionali militari e delle forze dell'ordine e dopo la deposizione della corona di alloro sotto la lapide si è fermato in raccoglimento.
Il capo dello Stato è poi andato nella chiesa San Giacomo dei Militari nella caserma dei carabinieri del comando regionale intitolata a Dalla Chiesa dove è stata celebrata una messa. "Ricordare Carlo Alberto Dalla Chiesa non significa solo tributare il giusto onore ad uno straordinario esempio di competenza professionale e dedizione alle Istituzioni - dice Grasso - Serve, soprattutto, a rafforzare la consapevolezza che la lotta alla criminalità organizzata può avere successo solo se si uniscono e collaborano le migliori forze di tutto il Paese".
Per il presidente della Camera Laura Boldrini: "Il senso di sgomento e di amarezza per questo orribile crimine ha lasciato una ferita profonda nel nostro Paese. Il Generale Dalla Chiesa, protagonista rigoroso nella lotta al terrorismo stragista e alla criminalità organizzata, continua ad essere un simbolo straordinario di legalità, di competenza e di inflessibilità, un solido baluardo della democrazia del Paese nelle fasi più difficili della sua storia recente".
Osserva la presidente della commissione Antimafia, Rosy Bindi, "la sua morte non è stata inutile: dopo quel tragico tre settembre lo Stato si è dotato di due strumenti fondamentali che, anche se non portano il suo nome, sono legati certamente alla sua azione. Faccio riferimento, ovviamente, al 416bis ed alla confisca dei beni". E sempre stamane al Giardino della Memoria , giornalisti e magistrati, alla presenza del comandante dell'Arma dei carabinieri, generale Tullio Del Sette, stamane hanno piantato un albero dedicato alle vittime della strage di via Isidoro Carini. Il sito di Ciaculli, confiscato alla mafia, è gestito da Unione cronisti ed Associazione nazionale magistrati. "L'albero piantato qui a Ciaculli rappresenta un punto fermo. Nella memoria collettiva il generale resterà sempre nei cuori della gente", dice Del Sette.
Persone:
Caricamento commenti
Commenta la notizia