PALERMO. Otto indagati e vengono fuori cinque nomi: Zamparini padre e figlio, un commercialista di Gallarate e due lussemburghesi, ai vertici di Alyssa, la società che ha acquisito la Mepal. E proprio attorno a questo affare - affare per chi, se non per Zamparini, si chiede chi indaga - ruota l’inchiesta che vede il patron del Palermo Calcio al centro della bufera giudiziaria.
Il presidente ostenta tranquillità ma la guardia di finanza, tornata giovedì, per la seconda volta in tre settimane, nella sede della società, ha le idee sempre più chiare sulle operazioni che sono state portate avanti per alterare i bilanci e dunque far emergere una floridezza che i conti del Palermo non avrebbero da tempo.
Sotto inchiesta, oltre a Maurizio Zamparini e al figlio Paolo Diego, ci sono il commercialista Anastasio Morosi, regista di alcune delle operazioni finite nel mirino degli investigatori; Luc Braun, presidente del Cda di Alyssa, e Jean-Marie Poos, consigliere e amministratore delegato della società che ha sede in Lussemburgo, minuscolo Paese (e paradiso fiscale) di cui i due sarebbero cittadini.
Eppure tanto normale la situazione non è, secondo il Nucleo di polizia tributaria, perché le tre società (Alyssa, Mepal e Palermo Calcio) sono tutte nell’alveo del gruppo che fa capo al settantaseienne, vulcanico imprenditore friulano.
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