PALERMO. Il bambino vide il furgone dei banditi e senza stare troppo a pensarci su parlò con la polizia. Una testimonianza preziosa, forse proprio perché non condizionata da «pareri» e «consigli» degli adulti che ha messo sulla pista giusta gli agenti.
Grazie al racconto del piccolo, gli investigatori hanno iniziato a ricostruire una strana rapina e ieri mattina, dopo mesi di intercettazioni, il presunto basista del colpo ha ricevuto un obbligo di dimora in città. Si tratta di Giuseppe Tabbita, 51 anni, residente in via Pigafetta a Brancaccio. È un ex impiegato della ditta, licenziato un paio di mesi prima del colpo perché il titolare aveva iniziato a non fidarsi e sospettava che si fosse appropriato di parte degli incassi.
Le indagini sono state condotte dagli agenti del commissariato Zisa, diretto da Rosi La Franca, che partendo dalle dichiarazioni del bimbo, ma anche della parte lesa, hanno messo insieme i tanti tasselli di una vicenda ancora non del tutto chiarita. Tabbita avrebbe fornito le informazioni necessarie per l’assalto, ma i due rapinatori che entrarono in azione sono ancora senza volto. Ecco i dettagli secondo la versione degli investigatori.
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