PALERMO. Subito via da Palermo: entro il 14 giugno Nino Di Matteo dovrà prendere possesso del suo nuovo incarico di sostituto procuratore della Direzione nazionale antimafia. Contrordine, dunque: il ministero della Giustizia revoca il «posticipato possesso» per il pm del processo sulla trattativa Stato-mafia.
È insorto il procuratore generale, Roberto Scarpinato, nemmeno consultato quando il capo della Direzione distrettuale antimafia, Francesco Lo Voi, aveva chiesto e ottenuto che Di Matteo rimanesse altri sei mesi nel capoluogo siciliano: via Arenula non aveva chiesto il parere del Pg e lo ha fatto solo dopo che lo stesso Di Matteo aveva scritto ai funzionari del dicastero del guardasigilli, Andrea Orlando, per sottolineare quelle che riteneva anomalie della decisione.
In estrema sintesi, ha osservato il magistrato, per motivi di sicurezza il Csm avrebbe voluto trasferirlo da Palermo e per le stesse ragioni era stato poi deciso che restasse altri sei mesi in città.
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