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Corruzione, Vicari interrogata
in Procura: restituisce il Rolex

PALERMO. "L'ho considerato un regalo di Natale, non gli ho dato alcun peso. Ma certo, alla luce di quanto è accaduto, non lo accetterei". Lo ha detto l'ex sottosegretario ai trasporti Simona Vicari al termine dell'interrogatorio reso ai Pm che la indagano per corruzione. Avrebbe perorato un emendamento legislativo in favore dell'armatore Morace e avrebbe avuto un orologio. La parlamentare ha riconsegnato il Rolex ai magistrati.

"Un indebita ingerenza nell'attività parlamentare": così in una breve memoria difensiva, depositata ai pm che dovevano interrogarla, l'ex sottosegretario ai trasporti Simona Vicari ha definito l'inchiesta che la vede accusata di corruzione. La parlamentare di AP si è presentata in Procura insieme al suo legale, l'avvocato Sanseverino e ha affidato allo scritto la sua difesa riepilogando la complicata vicenda dell'emendamento che, secondo l'accusa, avrebbe favorito l'armatore Ettore Morace.

Per i pm la norma sarebbe stata "sollecitata" da Vicari che, in cambio, dall'armatore avrebbe ricevuto un Rolex. Molto diversa la ricostruzione della difesa. "Prima del 2006 - spiega l'avvocato - i trasporti marittimi di breve e corto raggio erano esenti da Iva. Una direttiva europea impose ai Paesi membri di applicarla. L'Italia decide di fissarla al 10% solo per i trasporti a lungo raggio. A quel punto le associazioni di categoria degli armatori che facevano trasporti a corto raggio chiesero l'applicazione della stessa aliquota ai loro servizi, per poter utilizzare le detrazioni fiscali".

"A quel punto con parere favorevole dell'ufficio legislativo del ministero dei Trasporti, poi condiviso dal ministero delle Finanze, un parlamentare di AP, partito della Vicari, decise di applicare l'Iva al 5% ai Trasporti marittimi di corto raggio. "Come è possibile - ha detto Sanseverino - dire che da questa scelta puramente politica è stato avvantaggiato solo Morace? Sono decine gli armatori che ne hanno tratto beneficio".

Infine nella memoria depositata si definisce "una banalità" l'accusa secondo la quale Vicari avrebbe fatto pressioni per evitare la nomina di un consulente in commissione Trasporti all'Ars inviso a Morace. "La parlamentare - ha spiegato l'avvocato - disistimava il consulente e ha manifestato al un collega la sua opinione circa l'inopportunità della sua nomina".

«Mi trovo costretta a dover spiegare alcuni passaggi al fine di prevenire interpretazioni arbitrarie distanti dalla realtà. Avrei preferito mantenere il silenzio nel rispetto della magistratura che lavora alacremente per ristabilire la verità dei fatti, ma essendo un esponente politico è mia volontà porre a conoscenza dei cittadini alcuni aspetti importanti. La restituzione del Rolex avviene non per ammessa colpevolezza ma semplicemente perché è, fino ad espressione della magistratura, corpo di reato». E’ quanto si legge in una nota della parlamentare Simona Vicari (Ap), indagata per corruzione dalla Procura di Palermo che stamani l'ha ascoltata.

«In rispetto delle leggi di questo Paese, del mio Paese, lo considererò un dono natalizio se così lo considererà anche l'autorità competente - dice Vicari, che s'è dimessa nei giorni scorsi da sottosegretario alle Infrastrutture - Nel merito delle accuse a me mosse tengo a far sapere ai cittadini che non sono stata così determinante da modificare autonomamente, in barba a Commissioni e Parlamento bicamerale, la legge dello Stato. No. Ho solo contribuito, questo sì, a sottolineare che vi era una disparità sul pagamento dell’Iva tra il trasporto in gomma e quello via mare. Ho trasmesso le richieste della categoria di introduzione dell’Iva al 10% voluta poi al 5% non da me né dal Mit ma dal Mef».

«L'attenzione su tale problematica sollevata da Federlinea e Confitarma mi ha permesso quindi di portare avanti l'esigenza non già di una determinata azienda ma di una intera categoria - aggiunge - Non divulgo la mia memoria difensiva perché oggetto di studio da parte degli organi competenti ma mi sembrava doveroso spiegare tutto ciò».

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