PALERMO. Indagini chiuse, processo sempre meno ipotetico e sempre più possibile. E vicino. La maxi-inchiesta sull’assenteismo al Comando dei vigili urbani di via Dogali coinvolge ora settanta persone, tra agenti e dipendenti Coime.
«Furbetti del cartellino», si chiamano con un’espressione ormai abusata in tutta Italia: ed è proprio quello che sarebbe avvenuto in settantotto episodi, tanti sono quelli che i pm Francesco Del Bene e Claudia Bevilacqua contestano a settanta indagati, che ora avranno venti giorni di tempo per provare a chiarire le rispettive posizioni, facendosi interrogare o presentando memorie e documenti. Furbetti del cartellino dunque non è uno stereotipo: proprio questa è l’accusa, essersi passati i badge, poi strisciati in blocco da pochi vigili o impiegati del Coime.
In un primo momento gli indagati erano 84, ma in 12 sono riusciti a precisare le proprie posizioni (e due sono morti) e a uscire da un’indagine su episodi di truffa aggravata e continuata, che avevano provocato grandissimi imbarazzi, al Comune, quando la storia venne fuori, ormai un paio d’anni fa.
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