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Usura, macellaio di Altofonte condannato a 10 anni

Tribunale di Palermo

PALERMO. Condanna a 10 anni e 4 mesi per Roberto Bruno, macellaio di Altofonte (Palermo) accusato di usura. A denunciarlo è stato Alessio Nicola Pitti, che aveva appena donato parte del fegato alla sorella gravemente malata. La vittima, che dovette ricorrere al prestito non avendo potuto lavorare per alcuni mesi, è stato anche picchiato davanti la casa dell’anziana madre. La quinta sezione del Tribunale ha fatto cadere l’aggravante del metodo mafioso. Bruno, secondo l’accusa, avrebbe detto di agire per conto di Salvino Raccuglia, fratello del mafioso Domenico Raccuglia.

Il pm aveva chiesto e ottenuto il rito immediato, dopo che l’ imputato era stato arrestato a giugno scorso. Bruno, era assistito dall’avvocato Gaspare Affatigato, mentre Alessio Nicola Pitti era parte civile, con il patrocinio dell’ avvocato Salvatore Gambino. Alla vittima il tribunale ha riconosciuto un risarcimento di 20mila euro.

"Non ho mai hai visto una persona così crudele, picchiava mio figlio... lo pregavo di allontanarsi... mi ha distrutto la famiglia”, ha detto la madre di Pitti in aula. Pitti ha scritto alla stampa di essersi dovuto allontanare da Altofonte perché indicato come “sbirro”. "Qui non posso vivere – ha raccontato - mi dicono che sono 'sbirro' perché mi sono rivolto agli inquirenti e che non merito di vivere in paese".

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