PALERMO. Inizierà il 16 maggio il processo per estorsione aggravata dal metodo mafioso a carico dell'ex capitano del Palermo, Fabrizio Miccoli, che è difeso dagli avvocati Giovanni Castronovo e Giampiero Orsini. Miccoli ha infatti scelto oggi, durante l'udienza preliminare, il rito abbreviato.
Inizialmente il sostituto procuratore Maurizio Bonaccorso, che ha coordinato le indagini, aveva chiesto l'archiviazione del fascicolo, ma il Gip Fernando Sestito aveva invece disposto l'imputazione coatta e da qui la richiesta di rinvio a giudizio per il calciatore pugliese, formulata lo scorso novembre.
Secondo la Procura, l'ex bomber rosanero, tra il 2010 ed il 2011, avrebbe incaricato il suo amico Mauro Lauricella, il figlio del boss della Kalsa, Antonino, detto "U Scintilluni", di recuperare un credito di 12 mila euro vantato dall'ex fisioterapista del Palermo, Giorgio Gasparini, dal suo allora socio nella gestione della discoteca "Paparazzi" di Isola delle Femmine, l'imprenditore Andrea Graffagnini. Lauricella - sempre secondo l'accusa - si sarebbe dato da fare ed avrebbe utilizzato metodi particolarmente violenti per svolgere il suo compito.
Una ricostruzione questa che, però, in primo grado non ha retto davanti al tribunale, che ha già processato, sempre per estorsione aggravata dal metodo mafioso, Lauricella e Gioacchino Amato: a fronte di una richiesta di condanna rispettivamente a 10 e a 12 anni di carcere, a metà luglio scorso, il collegio della seconda sezione, presieduto da Bruno Fasciana, aveva infatti assolto entrambi gli imputati dall'accusa e condannato a un anno (pena sospesa) il solo Lauricella per violenza privata aggravata dal metodo mafioso.
Miccoli ha sempre negato di essere a conoscenza delle parentele mafiose di Lauricella e ha detto, durante il processo al suo amico, di essersi disinteressato della vicenda.
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