PALERMO. I provvedimenti dell'amministrazione finanziaria nei confronti dei cittadini vanno motivati chiaramente e con i necessari atti allegati, altrimenti sono nulli.
Per questa ragione la Commissione tributaria provinciale ha annullato cinque avvisi di accertamento del Comune di Palermo che chiedeva quasi 29 mila euro all'avvocato Antonio Tito (ex difensore civico) di bollette Tarsu non pagate negli anni dal 2006 al 2010.
La sentenza della Commissione tributaria (627/03/17, depositata il 26 gennaio scorso) scardina solo il primo dei seimila accertamenti seriali notificati a 1.200 avvocati palermitani nel 2011 per il presunto mancato pagamento della Tarsu nei cinque anni precedenti, dicono al Giornale di Sicilia gli avvocati Angelo Cuva e Mario Ciaccio che hanno difeso Antonio Tito.
«Gli avvisi erano stati redatti in totale assenza di ogni preventiva attività di istruttoria o accertamento, tant'è che risultano differire solo per nome e indirizzo del professionista, sottolineano i legali».
La Commissione ha accolto anche il ricorso contro l'illegittima applicazione delle sanzioni determinate nella misura massima del 200% senza alcuna motivazione e senza avere utilizzato il principio del cumulo giuridico applicabile anche ai tributi locali.
Caricamento commenti
Commenta la notizia