PALERMO. Il politico, il candidato alle regionali di Grande Sud Pietro Vazzana, si sarebbe impegnato a pagare 30 mila euro per 500 voti, ma poi non se ne fece nulla. Il faccendiere sosteneva di avere amicizie in tribunale, con un giudice donna, e che questi contatti avrebbero potuto consentirgli di far dissequestrare i beni di due mafiosi come Santi Pullarà e Gaetano Di Marco.
Due dipendenti del teatro Massimo si sarebbero lanciati invece in affari di usura, prestando 30 mila euro allo stesso faccendiere-immobiliarista, Giorgio Girgenti e pretendendo la restituzione di 50 mila in sei mesi.
Ecco Alfredo Giordano: 65 anni, già direttore di sala del teatro Massimo, arrestato nel marzo scorso nel blitz Brasca, contro le cosche di Villagrazia e Santa Maria di Gesù. Da trent’anni al teatro, casa nel salotto della città, una figlia soprano, un arresto per mafia. Ora parla con i pm.
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