PALERMO. Lievemente ridotta in appello la condanna all’ex sacerdote Aldo Nuvola processato per atti sessuali con minori. L’ex parroco della chiesa Regina Pacis di Palermo ha avuto cinque anni e dieci mesi (sei anni in primo grado, il processo si svolge con il rito abbreviato).
Gli investigatori hanno individuato quattro ragazzini con i quali il prete, sospeso a divinis dopo l'arresto, avrebbe avuto rapporti a pagamento o avrebbe tentato di averli. Le relazioni del sacerdote - difeso dagli avvocati Nino Caleca e Mario Zito - vennero fuori nel corso dell'indagine sull'omicidio dell'imprenditore Massimo Pandolfo, ucciso il 24 aprile del 2013.
I carabinieri intercettarono una telefonata tra il diciassettenne arrestato per il delitto e il prete. I due avrebbero avuto una relazione. Il minorenne chiamò don Nuvola pochi minuti dopo l'assassinio.
Interrogato dai carabinieri il 17enne confessò i suoi rapporti col sacerdote che venne intercettato: da qui la scoperta del giro di prostituzione minorile che padre Nuvola frequentava. Il prete avrebbe regalato i soldi per le sigarette o per la spesa e li convinceva a prostituirsi. Faceva leva sui bisogni delle vittime -adolescenti cresciuti tra povertà, ignoranza e degrado - le riempiva di sms, parlava di sentimenti, di amore.
E tra un messaggio hard e l'altro assicurava che avrebbe pregato per loro. I quattro minorenni si sono costituiti parte civile con l'assistenza degli avvocati Luciano Maria Sarpi, Daniele Sampino, Francesco Crescimanno, Loredana Alicata.
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