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Irregolarità nell'uso dei fondi Ue per l'hotel Ponte: 2 condanne a Palermo

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PALERMO. I fondi per la ristrutturazione dell’hotel Ponte, in via Crispi, ottenuti dall’Unione europea non sarebbero stati utilizzati e comunque non sarebbero stati rispettati i vincoli per l’utilizzo di finanziamenti Ue. Così la terza sezione del Tribunale di Palermo ha condannato Lidia Magna e Marcella Ponte (madre e figlia, amministratrici della società che gestiva l’albergo) a – rispettivamente – 8 mesi e un anno (pena sospesa) per malversazione  ai danni della Comunità europea.

L’edificio di via Crispi fu sequestrato nel 2013 proprio in seguito a questa indagine.

La vicenda ruota attorno ad un finanziamento europeo che i Ponte avevano chiesto per ristrutturare e rilanciare la struttura: 230 mila euro che la Regione gli concede attingendo dai fondi comunitari del Por.

La richiesta è del 2007, ma i fondi arrivano nel 2009 e in misura nettamente inferiori ai due milioni inizialmente chiesti. La finanza, durante un'ispezione nella struttura, si accorge però che i soldi non sarebbero stati spesi e la struttura andava verso la dismissione. L’assegnazione dei fondi destinati alla riqualificazione turistica imponeva un vincolo minimo di 5 anni entro il quale la struttura non poteva essere dismessa. Il Tribunale ha anche disposto la confisca di beni per 230 mila euro.

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