PALERMO. Si va verso la chiusura delle indagini per Vincenzo Cannatella, presidente dell’autorità portuale di Palermo, e Salvatore Acquista dell’ufficio tecnico. Sono indagati per omissioni di lavori in costruzioni pericolanti e irregolarità sul trattamento rifiuti speciali.
La vicenda ha portato anche al sequestro (l’1 febbraio scorso) del molo Vittorio Veneto del porto di Palermo, nell'area della Stazione marittima. I sigilli sono scattati su ordine del gip Walter Turturici per il distacco di calcestruzzo e la corrosione delle strutture in cemento armato.
A giugno il gip ha rigettato l’istanza di dissequestro chiesta dall’autorità portuale dopo la perizia sulla stabilità delle due banchine perché sussistono ancora dei profili di pericolosità che impediscono il dissequestro dell’area. L’autorità portuale a inizio maggio aveva eseguito le prove di carico sul molo Vittorio Veneto, i cui risultati sono stati analizzati da un consulente tecnico nominato dal pm Luca Battinieri.
Il perito della procura nelle sue conclusioni afferma che il molo Vittorio Veneto non presenta rischi statici, ma nel dare parere favorevole al dissequestro, pone alcune prescrizioni. Una di queste è il divieto di transito e sosta dei mezzi pesanti. Proprio questa prescrizione è bastata al gip per ravvisare ancora un potenziale pericolo nel rimettere in funzione il molo Vittorio Veneto.
"I sequestri sono relativi a un dissesto statico risalente nel tempo. Il presidente dell'autorità portuale di Palermo si è attivato per risolvere il problema. Anche i rifiuti sono stati eliminati. Cannatella ha chiesto alla Procura di essere sentito sulla vicenda". Lo dicono gli avvocati Nino Caleca e Giovanni Rizzuti che assistono il presidente dell'Autorità portuale di Palermo Vincenzo Cannella. Intanto oggi Autorità portuale e capitaneria, affidandosi a una ditta, hanno eliminato i rifiuti di amianto presenti alla stazione marittima, una delle cause del sequestro.
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