PALERMO. Tentarono di estorcere il pizzo al proprietario della pizzeria "La Braciera" di Palermo, famosa per avere ricevuto numerosi riconoscimenti di qualità. Il ristoratore però si ribellò e li fece arrestare all’inizio dell’anno. I protagonisti sono due pregiudicati palermitani, Sergio Macaluso, 32 anni, e Domenico Mammì, 40, che sono stati condannati - in abbreviato - a (rispettivamente) sei anni di carcere e cinque anni e quattro mesi per tentata estorsione aggravata dalla finalità mafiosa. Il gup ha quindi accolto le richieste dei pm Annamaria Picozzi e Siro De Flammineis.
Il ristoratore sarebbe stato avvicinato dai due pregiudicati, che dopo avere ordinato una pizza da asporto e averla pagata, prima di uscire lo avrebbero invitato a "mettersi a posto e cercare un amico". I due avrebbero aggiunto di essere a conoscenza del fatto che il commerciante tra non molto avrebbe aperto un altro ristorante a Palermo. Il titolare ha reagito dicendo che non avrebbe accettato le richieste estorsive e gli animi si sarebbero accesi. A questo punto sono intervenuti gli agenti. Davanti ai poliziotti, i due avrebbero perso tutta la loro tracotanza sostenendo che le richieste erano dettate dalla condizione di indigenza in cui si trovano. Una versione che non è servita a Macaluso e Mammì.
"Qualcosa è scattato dentro di me - ha detto il ristoratore - e ho detto: 'Va bene, ora li cerco gli amici' e ho acchiappato il mio cellulare componendo il 113". A quel punto i due hanno capito che per loro tirava aria di tempesta e hanno cercato di andare via. "Non volevo che finisse così – ha proseguito – e ho visto che la gente attorno a me ha mostrato la voglia di aiutarmi. Secondo me la polizia non ci credeva che davvero avevamo bloccato due estorsori".
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