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Chiuso bingo del Politeama, il prefetto: "Contatti con la mafia"

PALERMO. La sala bingo Kursaal di via Amari chiude i battenti. Una decisione della prefettura che ha voluto sbarrare le porte della sala vicina al teatro Politeama per il coinvolgimento del suo titolare, Massimo Monti, in due diverse indagini di mafia. Un coinvolgimento che è poi sfociato in una denuncia per favoreggiamento. Il boss di Porta Nuova, Paolo Calcagno, infatti, sarebbe stato avvisato dallo stesso Monti delle indagini in corso.

I carabinieri hanno così messo agli atti e inviato il tutto al prefetto Antonello De Miro che ha firmato l'interdittiva antimafia. Il locale adesso è chiuso, le saracinesche sono abbassate. Tutti, commercianti e clienti abituali, si chiedono cosa stia succedendo, ma sopra la saracinesca non si trova neanche un cartello, un avviso, che possa spiegare la situazione.

A quanto pare, Massimo Monti non è un nome nuovo alle forze delle ordine. Anche i commercianti di via Amari non esprimono sentimenti di stima nei suoi confronti. Monti, infatti, sarebbe imparentato con i fratelli Giorgio e Cosimo Vernengo - arrestati circa una settimana fa per mafia nell'ambito dell'operazione "Bingo Family" -, avrebbe rapporti anche con altre famiglie che gestiscono sale scommesse, sale giochi e Bingo. La sua vicinanza agli esponenti di Cosa Nostra è stata anche confermata, tra l'altro, dalla denuncia per favoreggiamento che i carabinieri hanno notificato a Monti subito dopo la sua deposizione all'interno del procedimento Panta Rei che ha azzerato il mandamento di Porta Nuova lo scorso dicembre. Un'ulteriore conferma di un legame con le famiglie, è fornita dal fatto che il bar del Kursaal era gestito dalle stesse persone che gestivano il bar della sala bingo della Guadagna, finita al centro dell'ultima operazione dei Ros dei carabinieri "Bingo Family".

La prefettura di Palermo ha anche firmato l'interdittiva antimafia nei confronti della società Kursaal  - che gestisce la sala bingo - perchè tra i commercianti che pagavano il pizzo alla famiglia del Borgo Vecchio, c'è anche il nome di Massimo Monti.

Il titolare non ha mai denunciato spontaneamente l'estorsione ma, messo con le spalle al muro dagli inquirenti, ha ammesso di aver pagato il pizzo. Ogni anno, il sabato prima della domenica delle palme, Monti consegnava in un busta chiusa la somma di ventimila euro.

Convocato in caserma, Monti disse di non conoscere nessuno degli affiliati che gli inquirenti gli mostrarono in foto. Ma dopo la deposizione nell'inchiesta Panta Rei, Monti uscirà dalla caserma dei carabinieri e si diresse in un bar dove, ad aspettarlo, c'era Paolo Calcagno, reggente del mandamento di Porta Nuova, e Ludovico Scurato, "responsabile" delle estorsioni.

Monti fu fotografato seduto allo stesso tavolino con Paolo Calcagno. L'incontro gli è valso la denuncia di favoreggiamento. Probabilmente, secondo i carabinieri, Monti avrebbe raggiunto Calcagno per raccontargli della sua convocazione in caserma.

 

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