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Arrestato con una bomba a mano a Palermo, giallo sull'ordigno militare

Gli inquirenti, che giudicano la vicenda molto allarmante, stanno cercando di capire la provenienza della bomba, in dotazione all'esercito, e quale fosse l'obiettivo di Lo Nardo

PALERMO. Comparirà davanti al giudice domani per la convalida dell'arresto Raffaele Lo Nardo, il pregiudicato trovato con una bomba a mano in pieno centro a Palermo sabato. Secondo quanto si è appreso, Lo Nardo, che ha precedenti per droga, teneva l'ordigno in una scatola di metallo tra le gambe e non nel bauletto della moto come riferito dagli investigatori dopo l'arresto avvenuto sabato scorso.

Gli inquirenti, che giudicano la vicenda molto allarmante, stanno cercando di capire la provenienza della bomba, in dotazione all'esercito, e quale fosse l'obiettivo di Lo Nardo.

Il pregiudicato ha sostenuto di averla trovata in via Messina Marine, di aver tentato invano di venderla e poi di aver deciso di disfarsene in via Libertà, versione ritenuta non credibile dagli investigatori.

L'uomo era pedinato da ore. Secondo quanto si apprende, a segnalarlo sarebbe stata una fonte confidenziale. È stato seguito dalla polizia da piazza Croci fino in via Archimede, dove è stato fermato.

Tra gli aspetti più allarmanti della vicenda c'è la circostanza che Lo Nardo aveva lasciato a casa il cellulare dual sim. Gli inquirenti non credono a una dimenticanza. Si potrebbe ipotizzare invece che l'arrestato non volesse essere localizzato tramite i tabulati telefonici.

L'ordigno era perfettamente funzionante e conteneva, oltre a 30 grammi di tritolo, delle schegge di metallo. L'indagine è coordinata dal pm della Dda Roberto Tartaglia.

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