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Tassa rifiuti, sconti in cambio di mazzette: chieste condanne

PALERMO. Avrebbero preso denaro per alleggerire le cartelle esattoriali. Questa l’accusa per quattro tra funzionari e impiegati dell’ufficio Tributi del Comune di Palermo e sei imprenditori, arrestati nel 2014 nell’ambito dell’operazione “Fintares”, accusati a vario titolo di corruzione e truffa ai danni di Palazzo delle Aquile.

Diversi imprenditori sarebbero stati infatti disposti – secondo il pm Daniela Varone - a pagare pur di avere uno sconto sulla tassa sui rifiuti.  Questa mattina la procura ha chiesto alla quarta sezione del tribunale di Palermo le condanne per Cesare Pagano, funzionario dell’ufficio Tributi (sei anni e sei mesi), i dipendenti comunali Antonino Borsellino (8 anni e 5 mesi), Gaspare Tantillo (8 anni e 5 mesi) e Ida Ardizzone (nove anni). Chieste le condanne a quattro anni e due mesi ciascuno per gli imprenditori Antonino e Luigi Vernengo, Giuseppe Vassallo, Vittorio Ferdico, Giuseppe Carnesi e Giovanni Torres.

Nel fascicolo della Procura sono finiti alcuni esposti anonimi per delle anomalie di cui al Comune, però, erano già a conoscenza e che si riferirebbero a tasse degli anni passati.

Tra il 2014 e il 2015, dopo avere passato al setaccio gli uffici a pochi passi dalla Stazione centrale gli agenti si sono spostati nelle abitazioni degli impiegati coinvolti nell'indagine. Un'indagine che è andata avanti per mesi. Più volte i magistrati coordinati dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci hanno chiesto documentazione all'amministrazione comunale. I pubblici ministeri hanno passato al setaccio le pratiche di sgravio istruite dai quattro tecnici. Non molte dal punto di vista numerico - sarebbero 38 - ma pesanti dal punto di vista economico.

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