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Procura di Termini, l'impiegata ammette le creste

La dipendente dell' ufficio copie, finita agli arresti domiciliari, si è giustificata sostenendo di avere problemi economici

PALERMO. Avrebbe ammesso parzialmente le sue responsabilità e non avrebbe negato di aver fatto la cresta sulle marche da bollo all'interno dell'ufficio Copie della Procura di Termini Imerese dove, fino a venerdì 22, era impiegata.

Santina David, arrestata più di una settimana fa - anche se la notizia è trapelata solo venerdì, come anticipato dal Giornale di Sicilia - avrebbe giustificato il suo comportamento adducendo delle presunte difficoltà economiche: i soldi, secondo le dichiarazioni frammentarie che avrebbe reso durante il suo interrogatorio, le sarebbero serviti per saldare alcuni debiti.

La donna, molto scossa per quanto le viene contestato, avrebbe riferito al sostituto procuratore Giacomo Brandini nei giorni scorsi, che si sarebbe sentita pressata da alcune incombenti scadenze e da diversi pagamenti da effettuare. Una versione ora al vaglio degli inquirenti, che contestano all'impiegata il peculato e la distruzione di atti pubblici, ma anche del suo difensore, l'avvocato Cinzia Di Vita. Il legale sta infatti studiando gli atti di un'indagine ancora nella sua fase embrionale.

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